Non esiste una definizione ufficiale di teatro sociale, ma un dibattito interessante e stimolante che pone questa pratica in un contesto di ricerca e sperimentazione continua.

Potremmo senz’altro dire che il Teatro Sociale è l’esperienza di teatro-laboratorio, una officina di emozioni, sensazioni, stati d’animo, urgenze emotive, che coinvolge diverse realtà di impatto sociale con l’obiettivo di stimolare la crescita del singolo e del gruppo, la consapevolezza del se’ e delle relazioni, non solo sul palco.

La creazione dell’atto comunicativo finale, che sia uno spettacolo, una realizzazione, una performance, diviene, nel teatro sociale, un momento centrale nella ricerca di una verità che racconti la vita e che ne sensibilizzi al rispetto.

Pensavo fosse amore” è un Progetto di Teatro Sociale, presentato dall’ Associazione Donna Chiama Donna ODV, Centro AntiViolenza dell’area senese, con importanti partners : collettivo teatrale LaLut, Arciconfraternita di Misericordia di Siena, che promuove la costituzione di uno sportello di ascolto per uomini autori di violenza, uRadio e Corte dei Miracoli, che costituiscono l’anello di collegamento con la comunità studentesca e comunicheranno attraverso i canali social e radiofonici le attività svolte, per favorire la contaminazione reciproca e il coinvolgimento pubblico nella attività di sensibilizzazione.

Finanziato da FMPS e Università di Siena nell’ambito del bando Community Hub.

L’ Associazione Donna Chiama Donna ODV, Centro AntiViolenza dell’area
senese si pone l’obiettivo di sensibilizzare sul tema della violenza alle donne e di contrastare una mentalità radicata sessista: “Ogni anno in Italia 130 donne muoiono per mano di partner, ex partner o familiari che non accettano la loro libertà, la loro emancipazione e il loro diritto a definire la propria vita” viene spiegato in una nota. “Questo fenomeno ormai strutturale è solo la punta dell’iceberg della violenza, che prende le mosse da una base culturale sessista, misogina e patriarcale in cui la società italiana è immersa da secoli – come dimostrano ogni giorno le pagine di cronaca”.

L’azione di teatro laboratorio porterà la comunità studentesca universitaria, cui è rivolto il laboratorio, a “mettersi nei panni” della vittima di violenza e dell’autore e comprendere come sostenere l’interazione sociale con costoro.

Donna Chiama Donna e Misericordia di Siena affiancheranno LaLut per discutere delle implicazioni legali e psicologiche dei casi affrontati e per analizzare le emozioni provocate, senza ricadere da un lato nella vittimizzazione secondaria e dall’altro nella collusione con chi agisce violenza.

È evidente che attraverso “le attività proposte si intende sfatare anche alcuni falsi miti sulla violenza alle donne: ad esempio che si tratta di un raptus e non di una scelta, che è provocata dalle donne, che riguarda casi sporadici e prevalentemente persone straniere, di bassa estrazione sociale e economica, ecc. Al contrario, la violenza è un problema strutturale e trasversale, in cui è facile trovarsi coinvolti, sia come vittime, che come autori”

I laboratori teatrali avranno inizio nel mese di ottobre e per partecipare non è necessaria nessuna competenza pregressa né particolari capacità attoriali.

Per info

DONNA CHIAMA DONNA

https://www.facebook.com/donnachiamadonnasiena

Filomena Cataldo

L’articolo “Pensavo fosse amore” : Teatro Sociale per dire NO alla violenza alle donne proviene da SIENASOCIALE.IT.

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