Marco Rabissi parte oggi: “la magia e’ aiutare i fragili”

Abbiamo imparato a conoscere l’Associazione Nasienasi, grazie alle loro missioni all’estero, progetti con le scuole, e costanti presenze negli ospedali ed RSA ma con il loro immaginario cilindro del prestigiatore, ogni tanto ci fanno ricredere di sapere tutto su di loro e ci incantano con un’altra loro magica iniziativa…

In punta di piedi” è il nome del progetto che prevede il volontariato dell’associazione Vip Italia presso una struttura denominata Giardino delle Rose Blu, a Gornja Bistra in Croazia e di cui vi vogliamo raccontare oggi.

Incontriamo Marco Rabissi (clow Grepo) che sabato 2 dicembre partirà emozionato e che quasi stupito per le mie domande, mi confessa “sono dell’idea che il volontariato vada fatto in silenzio e non si debba ostentare”.

Concordo con Marco anche se conveniamo poi insieme sul fatto che a volte è bene parlarne per placare voci di persone critiche e giudicanti a prescindere. Il volontariato va raccontato perché smussa gli angoli e addolcisce i cuori di chi legge storie come queste!

Marco è l’unico volontario che partirà da Siena domani mattina e poiché mi racconta essere questa la sua sesta partenza, gli chiedo come sono andate le precedenti esperienze “quando si varca la soglia del cancello della struttura, si ferma il tempo. Si ha la consapevolezza di entrare in un luogo dove tutto è fermo e statico. La realtà è dura perché gli ospiti vanno da pochi mesi di vita a quarant’anni e vivono in una condizione di disabilità grave, sia psico-fisica e sia motoria. La giornata è scandita solo dalle visite delle infermiere e dottori che somministrano i medicinali, aiutano i pazienti imboccandoli per mangiare o spostandoli dal letto alla carrozzina per far prendere loro una boccata d’aria e guardare il cielo da una finestra di un salone. Ogni tanto arriva la visita o una telefonata di qualche genitore a rompere la routine, ma la vita è veramente difficile per quelle persone”.

L’arrivo dei clown di Vip Italia è certamente un arcobaleno in un cielo plumbeo.

La difficoltà della lingua viene superata dagli sguardi e dalla comunicazione non verbale e anche le cose più scontate per noi come le bolle di sapone, una musica o un balletto diventano per loro momenti festosi e gai. “Ricordo che una volta avevo finito di mangiare delle noci ed ero nel giardino insieme ad alcuni ragazzi ospiti della struttura. Per caso mi è venuto in mente quel giochino che si faceva da piccoli col guscio delle noci che diventano barchette, se messe in acqua. Beh, c’era un rivolo lì vicino ed ho voluto riproporre quel mio ricordo d’infanzia. Non immagini quanto si siano diverti i ragazzi lì, con noi! Oltre a questo, cerchiamo di essere di supporto aiutando gli operatori come ad esempio nel momento del pranzo e della cena, perché avendo gli ospiti grossi problemi di deglutizione, vanno nutriti uno ad uno”.

Chiedo a Marco cosa metterà nella sua valigia del ritorno quando tra una settimana riprenderà la via di casa “riavvierò il cronometro fermato sette giorni prima perché la nostra vita, a differenza della loro, è scandita da mille pensieri e da mille impegni frenetici; porterò nel cuore un’esperienza bellissima e appagante insieme al mio slogan che cerco di trasmettere ai nuovi arrivati clown e che dice “Gornja è una magia, è un viaggio di follia che il cuore timbra e non va più via”.

Buon viaggio Marco, aspettiamo il tuo rientro e…  che sia davvero una magia!

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