“Death education: un approccio educativo per imparare a vivere”. Questo il titolo dell’incontro condotto, venerdì 27 settembre, nei locali della Misericordia di Poggibonsi, da Martina Frullanti, volontaria dell’associazione QuaViO ODV. Di questa Iniziativa vi parla Vanna Galli, presidente di QuaViO odv associazione che, dal 1990 su Siena e provincia, e’ in trincea per le cure palliative e per la medicina che non guarisce ma cura.

Martina, appassionata esploratrice dei territori del fine vita, dopo aver frequentato il Master in “Death Studies & The End of Life” – Studi sulla morte e il morire per il sostegno e l’accompagnamento dell’Università di Padova, nel 2019 approda alla QuaViO e, pur continuando nella sua formazione e personale ricerca intorno alla vita e alla morte, si mette in gioco come volontaria di vicinanza.

Anche lei tocca con mano il valore e il significato della Death Education e il processo di crescita interiore che si apre con l’applicazione concreta degli insegnamenti teorici.

Così inizia la sua attività divulgativa, consapevole del fatto che si può imparare a vivere soltanto se integriamo la morte nel nostro orizzonte di vita.

Quindi per un aspirante volontario della QuaViO che si appresta a stare vicino a una persona negli ultimi mesi di esistenza, è necessario un approccio educativo ai temi della morte.

Non parlandone, non riflettendo su noi stessi e sul nostro limite costitutivo, non avendo più nessun punto di riferimento terreno e ultraterreno che ci orienti, corriamo il rischio di rimanere sopraffatti dalla paura e dall’angoscia quando la morte si avvicina in famiglia o durante il nostro servizio di volontariato.

La società occidentale ci ha abituato, dal secolo scorso, a credere che, grazie alla scienza e alla tecnica, abbiamo il controllo e il potere sulla nostra esistenza.

Dimentichiamo il nostro limite e la nostra fragilità e la morte è il tabù che ha sostituito quello del sesso.

Quando la malattia irrompe nella nostra routine e il tempo si fa breve, siamo del tutto impreparati. Da qui il bisogno di una Educazione alla morte. La Tanatologia, definita come la comprensione scientifica della morte, dei suoi riti e dei suoi significati, è nata negli anni sessanta del Novecento negli Stati Uniti, e la Death Education si inserisce a pieno titolo nell’ambito dei Death Studies (Studi sulla morte). Enunciati i livelli di prevenzione attraverso cui si snoda il percorso educativo, citate le fonti letterarie per poter dar modo di approfondire la conoscenza, Martina è passata alla fase riflessiva ed espressiva delle idee e del sentire che l’argomento trattato aveva suscitato. “Prima di morire voglio….” è stato l’invito a metter per scritto un desiderio sepolto nelle nostre profondità, non facile da ascoltare, ma a cui ogni partecipante ha saputo dare una voce autentica e vibrante.

Vanna Galli

(nella foto un momento dell’incontro)

L’articolo Educazione alla morte: parlarne per non avere paura. L’incontro di QuaVIO proviene da SIENASOCIALE.IT.

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